Di essi si possono dire tre accezioni:
1. L'ironia interpersonale o sociale. Per questo tipo di ironia si tratta contemporaneamente di un tema, di una struttura discorsiva e di una figura retorica. È sempre una "etero-ironia", generalmente contingente e situazionale, per cui si ironizza su qualcosa o su qualcuno nel momento in cui se ne parla.
2. L'ironia psicologica, che implica un tipo di indagine sul comportamento umano, per la quale si fa riferimento a Sigmund Freud, il primo che ne ha fatto oggetto di studio sistematico. È già in parte "auto-ironia" nel senso che i fenomeni di cui si occupa e i problemi che pone riguardano la mente umana in generale e quindi anche la psicoanalisi.
3.L'ironia filosofica, che concerne il rapporto dell'uomo con la realtà extra-umana. È spesso "auto-ironia" perché il soggetto ironizzante è anche direttamente l'oggetto dell'ironia che fa. La filosofica si articola in indirizzi molto differenti, perché i quattro principali identificabili (socratica, illuministica, romantica, esistenziale) sono totalmente differenti l'uno dall'altro.
In letteratura,
l'ironia è una figura retorica in cui vi è una incongruità, discordanza oppure
una involontaria connessione con il vero, che va al di là del semplice ed
evidente significato della parola.
L'ironia verbale e
situazionale viene spesso usata intenzionalmente per enfatizzare l'affermazione
di una verità. La forma ironica della similitudine, del sarcasmo o della litote
può includere l'enfasi di un significato mediante l'uso deliberato di una
locuzione che afferma l'esatto opposto della verità, o che drasticamente e
ovviamente sminuisce una connessione di fatto.