venerdì 30 marzo 2012

Lambretta: Questa è la felicità

[ La Lambretta era uno scooter italiano prodotto dalla industria meccanica Innocenti di Milano, nel quartiere Lambrate, dal 1947 al 1972. Il nome "Lambretta" deriva dal fiume Lambro, che scorre nella zona in cui sorgevano proprio gli stabilimenti di produzione.
Durante la seconda guerra mondiale, la fabbrica fu bombardata e completamente distrutta. Innocenti, nell'attesa di riacquisire da parte degli Alleati gli stabilimenti di Milano, diede vita nella Capitale allo studio del prodotto che avrebbe costituito la riconversione post-bellica della fabbrica: infatti, prendendo ispirazione proprio dai motorscooter militari americani giunti in Italia durante la guerra, e comprendendo le nuove necessità di motorizzazione utili alla popolazione nell'immediato dopoguerra, decise di dedicarsi alla produzione del rivoluzionario scooter. 
Affida il design del nuovo veicolo ad una straordinaria accoppiata di ingegneri aeronautici: Pier Luigi Torre, che si occupa della meccanica, (lo stesso che aveva creato i motori dell'idrovolante Savoia-Marchetti S.55A della trasvolata atlantica di Italo Balbo) e ricostruisce gli stabilimenti milanesi, e Cesare Pallavicino che era stato il direttore tecnico prima della Breda fino al 1935 e poi della Caproni, che si occupò del telaio e del design. Nel 1947 lo scooter, battezzato Lambretta da Daniele Oppi, è pronto e viene lanciato sul mercato.


Come la Vespa, anche la Lambretta aveva un motore a 2 tempi funzionante a miscela di benzina e olio, 3 o 4 marce, con una cilindrata che variava dai 39 ai 198 cm³.
Alla fine degli anni cinquanta, contestualmente alla scelta di carrozzeria solo "chiusa", la Lambretta viene rivista nella meccanica e nella carrozzeria, e passando per tre versioni (le serie LI), si arrivò nel 1962 ad ottenere il modello (LI III serie, "scooterlinea"). 
Diversamente dalla Vespa, che è stata costruita con un telaio costituito da un solo pezzo, la Lambretta aveva una struttura tubolare più rigida su cui veniva assemblata la carrozzeria. I primi modelli prodotti presentavano la caratteristica della "carrozzeria scoperta", distinguendosi quindi totalmente dalla Vespa (totalmente carenata), diventando il tipico segno di riconoscimento dello scooter milanese. Comunque i successivi modelli prodotti, esattamente dal modello C del 1950, furono presentati anche in versione carenata; proprio questo modello, criticato dalla rivale Piaggio per la somiglianza concettuale con la Vespa, ebbe un gran successo tanto che dal 1957 in poi, escludendo il modello LUI, la Lambretta fu sempre prodotta con carrozzeria "chiusa". Altra sostanziale differenza rispetto alla Vespa sta nella collocazione del motore. Nella Lambretta era disposto in posizione centrale, diversamente dalla concorrente che presentava il motore disassato sul lato destro del motociclo.
Oggi la Lambretta è un oggetto da collezionisti. Un'innumerevole quantità di Lambretta Club sparsi in tutto il mondo conserva ed alimenta il mito di questo storico scooter che, assieme alla Vespa, rappresenta inevitabilmente un'icona dell'Italia degli anni cinquanta e anni sessanta.] 


Spero vi piacerà la mia interpretazione di questo oggetto di culto, che ho immaginato rappresentasse per molti, davvero, una grande felicità.


Collage su carta pregiata, grammatura 250 g, dimensioni A3 orizzontale.

giovedì 22 marzo 2012

La più elegante di tutte

Sono rapita dalla bellezza dei disegni di moda realizzati negli anni cinquanta. Il tratto che preferisco in assoluto è quello di Brunetta, che ricorre così spesso nei disegni pubblicitari.

Ma in generale, il tratto ed i colori ci portano ad un senso assoluto di eleganza. Vite ben segnate, gonne che scivolano via morbide e gli immancabili cappellini sono un insieme irripetibile. 

Per un regalo ad una donna, questo Collage che ho realizzato con materiale originale ritagliato da una rivista dei primi anni Cinquanta è perfetto....
Collage: "La più elegante di tutte", carta pregiata avorio grammatura 250g, dimensioni  42 x 29,5 cm. 
Al prossimo Collage...

sabato 17 marzo 2012

Collage Vintage: Bon Ton Anni Cinquanta

In italiano il termine galateo definisce l'insieme di norme comportamentali con cui si identifica la buona educazione: è un codice che stabilisce le aspettative del comportamento sociale, la norma convenzionale. Sinonimi sono etichetta e bon ton. Il nomegalateo deriva da Galeazzo Florimonte, vescovo di Sessa Aurunca che ispirò a monsignor Giovanni della Casa quel celebre libro del viver civile, il Galateo overo de' costumi, primo trattato sull'argomento pubblicato nel 1558.In molti paesi il termine impiegato è connesso con l'italiano etichetta, lo spagnolo etiqueta e il francese étiquette. È molto suggestiva, anche se non corretta, l'etimologia popolare della parola etichetta come diminutivo di etica (quel ramo della filosofia che si occupa di ciò che è buono, giusto o moralmente corretto): viene infatti spontaneo pensare che si tratti di un'etica "minore" applicata non ai grandi problemi della vita morale, ma ai semplici problemi della vita di ogni giorno. In generale, il galateo è un codice non scritto, anche se può in alcuni casi dar luogo a codificazioni scritte. [Da Wikipedia]

Negli anni Cinquanta il Bon Ton è una sorta di imperativo categorico, che pervade il modo di vivere della donna italiana. Ogni immagine, articolo, servizio di moda suggerisce uno stile elegante, raffinato ed anche la sensualità che le formose donne dell'epoca riescono a trasmettere è sottile e non gridata. Per reclamizzare la sua Idrolitina, la bolognese Gazzoni ricorre ad una serie di pubblicità che diventano una rubrica del Galateo. In ciascuna réclame si affrontano delle situazioni-tipo e si suggerisce come comportarsi. 


Il titolo della serie, "Come dovete comportarvi-nuovi consigli di Galateo moderno" diventa spesso soggetto dei miei Collage. Quando ho trovato questa elegante modella in un servizio fotografico di moda su Eva l'ho associata subito ad una maestra di bon ton: con la sua figura slanciata, il modo elegante con cui appoggia la mano e soprattutto per il modo in cui tiene in mano il libro. Non trovate?
Collage realizzato con materiale originale d'epoca, proveniente da riviste italiane, su carta pregiata avorio grammatura 250g, dimensioni  42 x 29,5 cm in vendita nel mio nuovo shop su Etsy 
Al prossimo Collage!


giovedì 8 marzo 2012

Sofia Loren: omaggio alla Bellissima



[ Sophia Lorennome d'arte di Sofia Villani Scicolone (Roma20 settembre 1934), è un'attrice cinematografica italiana. Entra a far parte della settima arte giovanissima e si impone ben presto, agli inizi degli anni cinquanta, come sex symbol grazie alla sua innata sensualità e un corpo da maggiorata. In pochi anni diventa una stimata attrice in tutto il mondo, soprattutto grazie al film La ciociara diVittorio De Sica, che le fa vincere nel 1962 il Premio oscar come miglior attrice protagonista. Da Vittorio De Sica sarà diretta in altri film come Ieri, oggi, domani, famoso lo spogliarello finale, eMatrimonio all'italiana, per il quale riceverà una seconda nomination all'oscar; entrambi a fianco di Marcello Mastroianni, compagno di lavoro in quattordici film dal 1954 in Peccato che sia una canaglia al1994 in Prêt-à-Porter, formando una delle migliori coppie della storia del cinema. 
Nel 1991 riceve da Gregory Peck l'Oscar alla carrieraInoltre, durante la sua lunga carriera Sophia Loren è divenuta il simbolo della bellezza e del buon gusto dell'Italia nel mondo.] 



Mi piace ritagliare immagini delle grandi dive in pose in cui non si sono viste troppo spesso. Questa foto di Sofia Loren si riferisce ai suoi primi anni di carriera, quando fu protagonista di un curioso servizio fotografico: l'allora semisconosciuta diva fu eletta Miss Saldatura 1954 dai membri del Club Nazionale dei Saldatori con sede a New York: la pergamena le fu consegnata al Circolo della Stampa estera di Roma, e recava la seguente motivazione: "Sophia Loren è stata eletta Miss Weldor 1954" nell'unanime e sincero riconoscimento del suo lavoro che ha portato un pregevole contributo nel campo delle relazioni internazionali, e nel riconoscimento delle sue preminenti doti di bellezza, fascino fisico, presenza, fermezza, costanza, arguzia ed altruismo - tutte doti esemplari della "ragazza alla quale si vorrebbe essere saldati".



Nella foto indossa delle curiose calze a rete a maglia molto larga: tra tutti i ritagli caotici del mio tavolo da lavoro ne ho pescato uno che dice tutto: Bellissima.
Collage realizzato su cartoncino, dimensioni a4 orizzontale con materiali originali d'epoca. 

mercoledì 7 marzo 2012

Olivetti, Lettera 22

Tra gli oggetti degli anni cinquanta che amo di più c'è la Lettera 22: mi piace la sua forma, i tre colori in cui veniva prodotta, ed anche le pagine pubblicitarie che vennero disegnate per il suo lancio. 
Nei miei Collage diventa protagonista di storie ed oggetto/soggetto, veicolo di parole e strumento di bellezza.


[ La Lettera 22 è una celebre macchina per scrivere meccanica portatile realizzata dalla Olivetti. Fu uno dei prodotti di maggior successo della Olivetti negli anni cinquanta, e ricevette premi sia in Italia (Compasso d'Oro nel 1954) sia all'estero (miglior prodotto di design del secolo secondo l'Illinois Institute of Technology nel 1959). Il Triennale Design Museum custodisce ben 6 modelli di lettera 22 in tre collezioni diverse compresa la collezione permanente, inoltre è esposta nella collezione permanente di design al Museum of Modern Art di New York. Veniva prodotta nello stabilimento Olivetti di Agliè (Torino).] 


Collage prodotti con materiale proveniente da pubblicità originali pubblicate sulla rivista Epoca, su cartoncino 250 gr, dimensione A3. Autore: Maria Grazia Preda